Affitto a canone concordato: cos’è, come funziona e chi può richiederlo

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Affitto a canone concordato: cos’è, come funziona e chi può richiederlo

Negli ultimi anni il contratto di affitto a canone concordato è diventato una formula sempre più apprezzata, grazie ai vantaggi fiscali che offre sia ai proprietari sia agli inquilini. Introdotto dalla legge n. 431 del 1998, rappresenta un’interessante alternativa rispetto al tradizionale contratto di locazione a canone libero.

Ma che cosa significa “canone concordato”? Chi può stipularlo e quali benefici comporta? Scopriamo insieme come funziona questa tipologia contrattuale e perché può essere una scelta conveniente.


Cos’è l’affitto a canone concordato

Con il termine canone concordato si indica un tipo di contratto di locazione in cui l’importo dell’affitto non è stabilito liberamente dal proprietario, ma viene determinato all’interno di fasce di prezzo predefinite, concordate a livello locale tra le associazioni dei proprietari e quelle degli inquilini.

In pratica, ogni Comune (o area territoriale) definisce attraverso specifici accordi territoriali i criteri per calcolare il valore del canone, prendendo in considerazione elementi come:

  • metratura e caratteristiche dell’immobile;

  • presenza di pertinenze (garage, cantina, balcone);

  • stato di manutenzione;

  • zona e posizione (centrale, semicentrale o periferica);

  • servizi disponibili, come ascensore o riscaldamento autonomo.

L’obiettivo è garantire un affitto equo e accessibile, evitando eccessive oscillazioni di prezzo e favorendo la disponibilità di abitazioni in aree a forte domanda abitativa.


Gli accordi territoriali e il loro ruolo

Gli accordi territoriali sono documenti ufficiali firmati nei singoli Comuni tra le associazioni di categoria dei proprietari (come Confedilizia o UPPI) e quelle degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat e altre).

In questi accordi vengono fissati i parametri oggettivi per stabilire il canone minimo e massimo applicabile alle locazioni a canone concordato. Ogni Comune, dunque, dispone di un proprio schema di riferimento che tiene conto del mercato locale e delle diverse zone urbane.

Una volta approvati, tali accordi vengono pubblicati dai Comuni, spesso anche sui rispettivi siti istituzionali, in modo che proprietari e conduttori possano consultarli facilmente prima di stipulare un contratto.


Vantaggi fiscali per i proprietari

Il canone concordato è particolarmente interessante per chi affitta un immobile, perché consente di accedere a importanti agevolazioni fiscali.

1. Cedolare secca agevolata al 10%
Il locatore può optare per la cedolare secca con aliquota ridotta al 10% (anziché il 21%), che sostituisce:

  • l’IRPEF e le relative addizionali;

  • l’imposta di registro;

  • l’imposta di bollo.

Per usufruire di questa opzione è necessario che:

  • sia proprietario che inquilino siano persone fisiche;

  • l’immobile sia classificato in categoria catastale A (esclusa A/10);

  • venga comunicata la scelta della cedolare e la rinuncia agli adeguamenti ISTAT del canone.

2. Riduzioni IRPEF e imposta di registro
Chi preferisce rimanere nel regime ordinario può comunque beneficiare di una riduzione del 30% sulla base imponibile IRPEF e di un abbattimento del 30% per il calcolo dell’imposta di registro.

3. Agevolazioni su IMU e TASI
Gli immobili locati a canone concordato godono di una riduzione del 25% sull’IMU a livello nazionale. Inoltre, i Comuni possono deliberare ulteriori sconti o aliquote agevolate in base alle proprie politiche abitative.


Agevolazioni per gli inquilini

Anche chi vive in affitto con un contratto a canone concordato può accedere a detrazioni fiscali IRPEF:

  • 495,80 € per redditi fino a 15.493,71 €;

  • 247,90 € per redditi compresi tra 15.493,71 € e 30.987,41 €.

Queste detrazioni si applicano nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF) e contribuiscono a ridurre il costo effettivo dell’affitto, rendendo questa formula ancora più vantaggiosa.


Quando conviene scegliere il canone concordato

Questa tipologia di contratto è particolarmente indicata per:

  • immobili situati in zone ad alta densità abitativa;

  • studenti universitari o lavoratori fuori sede;

  • chi desidera un rapporto di locazione stabile e duraturo;

  • proprietari che vogliono usufruire di fiscalità agevolata e minor rischio di sfitto.

In sintesi, il canone concordato rappresenta un equilibrio ideale tra convenienza, stabilità e trasparenza, garantendo vantaggi concreti a entrambe le parti.

Prima di firmare il contratto è fondamentale verificare gli accordi territoriali del proprio Comune e, se previsto, richiedere l’attestazione di conformità per accedere a tutte le agevolazioni previste dalla legge.

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